Le analisi sulla sconfitta in Umbria spiegano perché continuerà a vincere Salvini


Per comprendere le ragioni della sconfitta epocale subita in Umbria dalla neonata alleanza composta da Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle è sufficiente leggere il commento del professor Francesco Ersparmer, esimio professore ad Harvard di Storia e cultura italiana e supporter dichiarato del Movimento Cinque Stelle.

Non perché abbia ragione, bensì perché nella spocchia rabbiosa, rivoluzionariamente giacobina, marxista ma decontestualizzata dal popolo, che contraddistingue la disamina di Ersparmer è rintracciabile il germe che continuerà a spostare sempre più elettori verso il centrodestra: il fatto cioè di considerare i cittadini italiani come stupidi e impermeabili a tutto.

Il docente di Harvard e simpatizzante M5S – Francesco Ersparmer

Il docente afferma “È demenziale continuare a ignorare il fatto che per la gran parte degli italiani, a ragione o a torto, le migrazioni di massa, illegali e non, costituiscono un’emergenza inaccettabile. Il Pd non ha scelta: ormai deve continuare a usare la retorica buonista e terzomondista che costituisce la sua unica identità riconoscibile; ma il M5S deve assolutamente tornare populista e dunque fare concorrenza alla Lega su quel terreno. Ancora più dei fatti, come Salvini ha ampiamente dimostrato (e Trump pure), contano le parole”. Ecco quindi che il problema per Ersparmer è apparire populisti, non importa non credere in ciò che si fa. Il fine dei politici deve essere sopravvivere, non costruire convintamente un modello di società da presentare al giudizio degli elettori.

Ersparmer però va oltre nel suo blog: “Altrettanto assurdo è essere stato il primo partito italiano ed essere ancora un partito di governo e non controllare direttamente neanche un canale Rai, neanche una televisione privata, neanche un quotidiano. È la priorità assoluta: mettere in piedi in fretta un apparato propagandistico capace di comunicare e di informare (e se necessario manipolare l’informazione), e non semplicemente di indignarsi per le calunnie altrui e gli abusi ai propri danni”. Il professore, nel suo tentativo di tenere in piedi la baracca pare proprio sposare la teoria goebbelsiana, peccato che si dimentichi che l’occupazione della Rai da parte del Movimento Cinque Stelle sia già avvenuta, spartendosi le reti come avveniva nella Prima e nella Seconda Repubblica. Della riforma della tv di Stato neppure l’ombra, l’unica cosa che è rimasta è la discussione su Foa sì o no al comando della Rai e poi i diktat sui nomi che dovevano condurre le tre reti della sconquassata tv di stato italiana.

L’analisi dell’intellettuale arriva poi a raccontare come l’ideologia continui ad avere un significato importante in Italia. “Dovrebbe essere ovvio che la retorica francescana e savonaroliana non paga. Per un po’ può stupire e dunque attrarre qualche voto ma stanca in fretta. Se non si ha la forza di tagliare gli stipendi di tutti i parlamentari e di limitare a due i loro mandati, la si smetta di penalizzare soltanto i propri. Lo stesso per l’antipolitica e il rifiuto delle ideologie: gli italiani stanno dimostrando (ma lo stesso sta accadendo in molti altri paesi) che per loro sinistra e destra continuano ad avere un significato preciso”. Peccato che il professore non si ricordi che l’Umbria era una delle ultime roccaforti delle sinistre e che sia caduta non con la vittoria di una destra moderata, ma con migliaia di voti raccolti da Lega e Fratelli d’Italia, sicuramente non gli eredi della DC.

La chiusa del professore è infine agghiacciante: “Nei prossimi mesi andranno assegnate le poltrone dei grand commis, lo “Stato profondo” che esercita un potere enorme. Bisogna assicurarsene la maggior parte, con ogni mezzo. Il M5S e il Pd hanno ancora una maggioranza parlamentare. Che la usino per fare del bene al paese ma anche, cinicamente, per rafforzare sé stessi. Hanno pochissimo in comune ma dovrebbe sostenerli la consapevolezza che se litigano fra loro o se si arrendono, nelle prossime elezioni politiche non solo perderanno (inevitabile) ma rischieranno di scomparire. I prossimi mesi e, possibilmente, anni, devono essere usati strategicamente, per garantirsi posizioni difendibili anche quando si fosse perso il governo e dalle quali organizzare, meglio di come si sia fatto ultimamente, la futura riscossa”. A qualsiasi costo PD e M5S dovranno occupare i posti di potere. A prescindere che sarà così visto che hanno i numeri per farlo e che anzi è stata una delle principali ragioni per le quali, con l’elezione del presidente della Repubblica, è stato creato il Governo Conte bis. Non che stupisca, ma che un intellettuale di area radical chic, chiaramente simpatizzante per il Movimento Cinque Stelle, che vive peraltro in uno stato estero, aspiri ad un modo di governare del genere la dice lunga sul perché in tutti i Paesi sempre più cittadini stiano abbandonando i partiti che fino a ieri governavano e si stiano affidando ai cosiddetti populisti. L’unica cosa demenziale nel voto in Umbria è che qualcuno legga la disfatta del nuovo polo delle sinistre in un modo così antidemocratico. E poi gli squadristi sarebbero gli altri…