Dottor Bill Gates e Mr Microsoft: l’incoerenza alla prova dei robot


Leggendo la notizia che la Microsoft avrebbe dato una accellerata sull’Intelligenza Artificiale non si può che pensare ad uno stretto parallelismo tra Bill Gates e “dottor Jekyll e Mr Hyde”.

Qual è il vero Bill Gates? Quello che sostenne qualche mese fa:

“Ogni robot sostituisce un lavoratore, che, presumibilmente, ha uno stipendio di 50.000 dollari l’anno, su cui versa le tasse. Questo – ha detto Bill Gates – provoca una mancata fiscalità, che va recuperata tassando il robot, le aziende che lo costruiscono e quelle che lo installano, per destinarla ai sussidi della gigantesca disoccupazione che si verrà a creare”.

Oppure quello che proprio ieri annuncia, durante la conferenza Build tenutasi a Seattle e dedicata agli sviluppatori di software, di voler rendere disponibile per tutti l’Intelligenza Artificiale facendola irrompere in ogni settore, da quello bancario al commercio al dettaglio, con strumenti che aiuteranno “ad aumentare la produttività.

I bot, abbreviazione di robot, programmi oramai di uso comune implementati su app popolari come Skype: in un anno li hanno impiegati oltre 130mila sviluppatori. Tra le novità annunciate, oltre a quelle più tecniche su Azure Cloud, ci sono quelle più a ricasco degli utenti relative a Cortana, l’assistente virtuale di Microsoft. Verrà aperto anche agli sviluppatori di terze parti, quindi non solo quelli della famiglia Microsoft, e questo vuol dire un ampliamento delle funzionalità non solo su smartphone, ma anche nella categoria degli assistenti da salotto. Sono quei dispositivi che come un “maggiordomo” virtuale, a nostra richiesta, cambiano canale, temperatura della casa o ci informano delle previsioni del tempo. Negli Stati Uniti c’è un vero e proprio boom.

Per ora é evidente che l’impatto sulle ricadute occupazionali sarebbe minimo con queste nuove app, ma si comprende in modo altrettanto chiaro che il passo é breve per applicazioni ben più invasive laddove seguiamo l’idea di Microsoft che vuole passare da un mondo in cui dovevamo capire i computer ad un mondo in cui saranno i computer a dover capire gli uomini.  Si pensi ad esempio alle app che riconoscono i gesti, traducono testi in tante lingue, quanti posti di lavoro verranno cancellati? E quale costo sociale dovrà sostenere la comunità per riconvertire il capitale umano? Siamo sicuri che basterà una tassa per lavare le coscienze di tutti i suicidi che conseguiranno a questo progresso forzato?

L’eurodeputata Mady Delvaux

Su questo tema è sicuramente interessante il dibattito che si sta svolgendo a livello europeo dove, a parte la proposta di creare il nuovo carozzone “l’Agenzia europea per la robotica e l’intelligenza artificiale”, il rapporto pubblicato a seguito del lavoro dell’eurodeputata socialista Mady Delvaux, suggerisce l’introduzione di un reddito di base a favore dei lavoratori che progressivamente verranno sostituiti dai robot e richiede ai produttori o ai proprietari coperture assicurative per i danni che possono essere causati dai robot in loro possesso. Insomma si sta avvicinando il tempo di una nuova rivoluzione industriale, solo che a rischio é il lavoro per la specie umana.