Tre migranti recuperati dalla Guardia Costiera libica trucidati ad al-Khums


L’Europa, e l’Italia in particolare, continuano a finanziare la Guardia Costiera libica, prolungando le sofferenze di migliaia e rendendosi complice della morte di migranti e rifugiati, intrappolati nel Paese nordafricano martoriato da 10 anni di conflitto. Secondo la giornalista Vanessa Tomassini, in un articolo per StrumentiPolitici.it, le cosiddette politiche “push-back”, implementate dall’Europa in collaborazione con i suoi partner libici, si trasformano sempre più spesso in una condanna a morte per coloro che cercano di raggiungere le nostre coste attraverso i pericolosi viaggi via mare. La Libia non è un porto sicuro, continuano a ripetere esperti ed agenzie delle Nazioni Unite. Ciò è evidente dal sempre maggior numero di libici che decidono di lasciarsi tutto alle spalle e fuggire illegalmente verso l’Europa. Le condizioni di vita per il popolo libico sono peggiorate considerevolmente dall’insediamento dell’esecutivo di Fayez al-Serraj, dal 2015 ostaggio di milizie criminali e gruppi armati fuori controllo.

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