Dopo essere uscito dalla sala cinematografica e aver visto “2:22” mi sono messo a scorrere un po’ di recensioni scritte da altri colleghi, sicuramente più titolati di me. Volevo conoscere la loro opinione per essere sicuro che quando avrei consigliato di andarlo a vedere sarei stato in controtendenza. E devo ammettere che é proprio così, la critica stenta a promuoverlo fagocitato dalla supponenza che spesso accompagna chi recensisce. Per molti giornalisti delle riviste del settore, cartacee e online, é necessario che un film risulti indigeribile per essere degnato di una recensione positiva. Ecco 2:22 non risponde a questi canoni, é un film normale che sicuramente non sbancherà il botteghino perché é a metà strada tra il film romantico, il thriller e la fantascienza.
Eppure proprio per questa normalità risulta essere un film gradevolissimo, con due attori freschi e bravi quali Michiel Huisman (noto ai più quale protagonista de “Il Trono di Spade” e già attore in Adaline – L’eterna giovinezza, World Word Z, Black Book) e l’australiana Teresa Palmer (protagonista di Warm Bodies, Sono il numero quattro, L’Apprendista Stregone, il reboot di Point Break e The Chioce) che non saranno sicuramente re e regina dei cachet ma sanno stare sul grande schermo come pochi altri. Anche perché entrambi sembrano più degli attori teatrali che non da cinema e proprio questa caratteristica rende il film magico, indimenticabile, perché pare di essere dentro ad un sogno più che al tram tram quotidiano.
La trama é da un lato complessa, dall’altro molto semplice. Dylan Boyd (Michiel Huisman) é un eccellente controllore del traffico che una mattina rischia di causare un incidente aereo a causa di una esitazione nell’impartire gli ordini ai vari aerei che stanno atterrando e partendo dall’aeroporto JFK. Il tutto é dovuto ad una visione che il protagonista non riesce a comprendere perché a metà tra un de-javu e una precognizione. Da quel momento questi momentanei blackout si ripresenteranno più volte nella giornata ed è proprio questa ripetitività, in una mente matematica come la sua, che gli faranno pensare che trattasi di pattern cioé di “regolarità” che si riscontrano all’interno di un insieme di oggetti osservati… e che costituiscono schemi ricorrenti che un significato lo debbono pur avere. Sarà proprio la ricerca di questo schema a farlo incontrare con Sarah (Teresa Palmer) una giovane gallerista di cui si innamorerà perdutamente. Il loro amore predestinato verrà però messo a dura prova dai demoni che affollano il cervello di Dylan.
2:22 è una commedia romantica, ma é anche un intricato thriller dove nulla é come sembra, soprattutto il tempo e il destino. Ogni cosa sembra congiurare per riportare i due protagonisti alla Grand Station di New York. Ed è proprio questa stazione, con la sua architettura retrò, a diventare un simbolo di quanto questo film sia delicato ed elegante nella regia e nella sceneggiatura. E’ un film non gridato e veloce e lento nei momenti giusti. I dialoghi sono i suoni di New York e le espressioni dei due protagonisti più che le parole da loro pronunciate.
Spesso nel film la trama perde quasi importanza visto che pare proprio di ondeggiare in un sogno ad occhi aperti. Non so se vi piacerà a me ha affascianto parecchio ed era dai tempi di “Il Paradiso Perduto” che non assistevo alla proiezione di una pellicola più onirica e romantica di questa. Il destino sarà già scritto, quel che é certo é che non avrei mai pensato di innamorarmi tanto di un film che dal trailer non mi convinceva affatto.
Voto della redazione: 8