Il bluff della nuova legittima difesa


Questa sera ai telegiornali e domani sui quotidiani troverete le dichiarazioni roboanti del Governo Gentiloni che affermano di aver risolto una volta per tutte il problema della legittima difesa. Ecco una notizia che potrebbe essere facilmente bollata come fake, seguendo le nuove regole “social” del web. Già una volta abbiamo vissuto i tripudi di giubilo per una modifica all’articolo 52 del codice penale. Correva l’anno 2006, alla guida del Paese c’era Silvio Berlusconi, e anche in quel caso si era assistito a roboanti dichiarazioni dove pareva che dall’indomani non avremmo più dovuto leggere di normali cittadini che aver difeso la propria proprietà privata, negozio o casa che sia, si vedono all’indomani trattati come delinquenti e in seguito condannati per aver commesso un reato.

Prima di quella riforma l’articolo 52 considerava non punibile chi reagiva in una situazione di pericolo a patto che la difesa fosse necessaria, attuale e proporzionale all’offesa. Con le modifiche introdotte nel 2006 si é tentato di allargare l’applicabilità dell’articolo offrendo una presunzione assoluta (iuris et de iure) di proporzione fra difesa e offesa, nei casi di reazione avvenuta durante la commissione di delitti di violazione di domicilio e in presenza di un pericolo di aggressione fisica; al domicilio venivano inoltre equiparati i luoghi di esercizio di attività economiche.

Sappiamo perfettamente come é andata. Privati cittadini e negozianti che per essersi difesi con una arma sono poi finiti sotto processo a loro volta e sono stati condannati. Alcuni hanno perso pure le proprie attività essendosi trovati a dover risarcire chi era entrato abusivamente nella loro abitazione o nel loro esercizio commerciale.

Le modifiche che apporta la legge passata oggi in Senato sempre all’articolo 52 rendono legittima la reazione di fronte ad un’aggressione in casa, ma anche in negozio o in ufficio, qualora l’introduzione avvenga con violenza, minaccia o inganno.  La difesa da parte della vittima dovrà essere comunque proporzionata all’entità dell’aggressione. Non è possibile difendersi, ad esempio, in caso di desistenza da parte dell’aggressore. Quando il testo di legge verrà votato anche alla Camera dei Deputati la legittima difesa sarà consentita quando sussistono alcune condizioni ben specifiche: aggressione commessa di notte; introduzione nei luoghi con violenza alle persone o alle cose; in presenza di minaccia o inganno. Insomma un altro bel minestrone che mi sento di predire non risolverà il problema che si candida a risolvere.

E non lo risolve per una semplice questione: la soggettività che lascia alla magistratura di decidere la proporzionalità dell’aggressione. Deve essere chiaro infatti che il problema sta tutto nella interpretazione che i giudici in Italia danno del diritto alla proprietà: un diritto che in altre nazioni, ad esempio negli Stati Uniti, é considerato un diritto naturale che si acquisisce alla nascita e che é inviolabile alla pari con quello del cognome e della vita. Negli States non finisci in carcere se difendi il tuo negozio perchè il diritto alla proprietà privata vale quanto la vita di chi la mette a rischio entrando senza permesso nella tua casa o nella tua attività per commettere un’attività illecita.

E’ evidente che se non si costituzionalizza quindi l’inviolabilità del diritto alla proprietà privata una certa parte della magistratura, formata sin dall’università, a considerare il diritto alla vita superiore a qualsiasi altro diritto, non riconoscerà mai la legittima difesa o pretenderà delle condizioni talmente irrealizzabili che semplicemente non applicherà la causa di non punibilità. Ecco perché mi sento di dire che siamo di fronte al solito bluff dove si accoglie con grande enfasi una norma che poi i giudici non applicheranno cavillando su elementi quali la proporzionalità o la desistenza dal reato. O ancor peggio quando un negoziante che si difende da una rapina avvenuta di giorno finirà sotto processo.

Il ministro con delega alla Famiglia Enrico Costa ha affermato:

“Siamo di fronte a una rivoluzione che – senza esautorare la verifica del giudice – libera chi viene aggredito dall’incubo di un possibile processo. Chi si protegge non sarà più processato”.

Voglio annotare questa dichiarazione perchè mi faccio un nodo al fazzoletto quando ci saranno le prime sentenze che processeranno una persona che ha difeso la sua proprietà. E allora ci troveremo di nuovo qui su La Svolta a parlarne insieme…

Le proteste avvenute in Senato da parte del centro destra contro il provvedimento del PD