Ennesima provocazione. Nella notte inizia l’installazione delle batterie antimissile Usa in Corea del Sud


La Corea pare sempre di più un vulcano sul punto di esplodere. Gli ingredienti giusti li stanno mettendo un po’ tutti gli attori in gioco: in particolare gli Stati Uniti che più di altri – vista la loro tendenza a spacciarsi per “salvatori” e “pacificatori” del mondo – avrebbero l’onere di evitare lo scoppio di un olocausto nucleare anche se lontano dai propri confini. In questo contesto non si può che leggere con preoccupazione la notizia che  i soldati americani hanno avviato in piena notte l’installazione del sistema antimissile Thaad col trasporto dei singoli pezzi a Seongju, nel Nord Gyeongsang. Il tutto tra le proteste dei residenti. In centinaia hanno detto di no all’operazione statunitense, concentrati all’ingresso dell’area off-limit, dicendo il loro no ai sistemi, piazzati su una vasta zona che ospitava un più rassicurante resort della Lotte con tanto di campi da golf, tra slogan “No Thaad, no War” e:

Una manifestazione avvenuta nelle scorse settimane in Corea del Sud contro l’installazione delle basi missilistiche statunitensi

Hey Usa! Siete amici o forze d’occupazione‘”.

L’avvio delle operazioni, avvenuto a sorpresa, è maturato ad appena sei giorni dal via libera della Us Forces Korea (USFK) alla messa in sicurezza del sito ottenuto dal governo di Seul e destinato a ospitare i sistemi il cui scopo è di deterrenza verso le intemperanze della Corea del Nord o, eventualmente, di intercettare i missili lanciati. Sul sito, riferisce l’agenzia Yonhap, manca ancora il rapporto di impatto ambientale, richiesto dall’accordo bilaterale Status of Forces Agreement (SOFA), che regola la presenza delle forze armate Usa in Corea del Sud. Gli Usa però avevano deciso di accelerare i piani e di rendere i Thaad funzionanti già prima delle elezioni presidenziali sudcoreane del 9 maggio.

 

Il leader del Partito Democratico della Corea del Sud Moon Jae-In

E perché l’avrebbero deciso? Semplicemente perché Moon Jae-in, il candidato del Partito Democratico per le prossime elezioni presidenziali che si terranno in Corea del Sud il 9 maggio  vedono in testa nei sondaggi proprio Jae-in con oltre il 40%, il quale ha ribadito che la controversa decisione sui Thaad, presa dall’amministrazione dell’ex presidente Park Geun-hye decaduta lo scorso mese per impeachment, dovrebbe essere “esaminata” dalla futura amministrazione. Pare evidente che l’accelerata impressa dagli Usa sull’installazione potrebbe essere legata alla necessità di rendere l’operazione irreversibile.

E’ da notare che l’invasività del sistema installato degli Stati Uniti ha irritato anche la Cina, visto che l’occhio dei radar che verranno installati arriverà fino a 2.000 km, quindi ben oltre la città di Pechino di fatto interferendo su uno stato sovrano.

Intanto a peggiorare l’atmosfera politica locale sono le esercitazioni che si stanno effettuando vicino alla penisola coreana. La portaerei Uss Carl Vinson e il suo gruppo d’attacco stanno operando manovre congiunte con gli aerei della Air Self Defense Force, l’Aeronautica nipponica, nelle acque a sud del Giappone.

Una nota della Marina americana ha chiarito che i caccia di Tokyo “hanno integrato le manovre in corso della portaerei” finalizzate al training aereo e allo scambio di informazioni per migliorare l’operatività. L’iniziativa, che cade nella fase d’avvicinamento della Vinson alla penisola coreana, segue i due giorni di esercitazioni avuti dal gruppo con due cacciatorpedinieri nipponici durante il passaggio del mar delle Filippine. I due cicli di manovre sarebbero la “dimostrazione dell’abilità di Usa e Giappone di lavorare insieme in mare e di rispondere velocemente alle minacce della regione“.

L’arrivo della Vinson davanti alla penisola coreana, in una prova di forza verso la Corea del Nord e i suoi piani nucleari e missilistici, è vicinissimo: anche qui ci saranno manovre congiunte con le forze armate sudcoreane. Si capirà a breve se ne conseguirà una escalation che porterà il presidente nord coreano Kim Jong-un e il presidente americano Donald Trump ad innescare un conflitto nucleare nella zona, di fatto aprendo il mondo ad una terza guerra mondiale. La speranza é che la Cina riesca a disennascare presto le intemperanze reciproche in questa prova da Far West che rischia solo di far precipitare il mondo in un caos dalle conseguenze catastrofiche.

Il presidente Kim Jong-un durante una parata militare

Che Kim Jong-un non stia a guardare è evidente ricordando il documento, intitolato “Piano di guerra biochimica contro la nazione coreana sotto attacco“, dove il governo della Corea del Nord sostiene che é pronto:

“A cancellare l’America dalla faccia della Terra” e  CHE “LE forze rivoluzionarie sono DISPOSTE ad affondare Con un solo colpo la portaerei Usa a propulsione nucleare Carl Vinson, definita Un gigantesco animale”.

Lo stesso dossier sostiene che le forze americane di stanza in Corea del Sud di recente avrebbero portato nel porto di Busan “attrezzature per cercare di portare avanti il Piano Giove (Jupiter Plan), uno scenario (che prevede) una guerra biochimica contro il Nord“. Tuttavia, prosegue il documento, la Corea del Nord “non sarà mai uno spettatore inerte alle mosse degli Usa volte a provocare una guerra biochimica ma concluderà lo stallo con gli Usa, l’impero dei mali, cancellandoli dalla faccia della Terra“.