Secondo le ultime rilevazioni realizzate dall’Istituto Ixè per la trasmissione Agorà la fiducia nel Governo Gentiloni è crollata. E’ infatti passata dal 27% di un mese fa al 23% attuale.
In realtà la disaffezione colpisce tutta la politica, la cui classe dirigente è messa fortemente sotto accusa. Non si può leggere diversamente il basso livello di apprezzamento che riscuotono i leader nazionali dei vari partiti italiani: Matteo Renzi è al 25%, Giorgia Meloni al 21%, Salvini al 19%, Grillo al 17% e Berlusconi al 14%.
Sul tema della leadership è da segnalare sul fronte del centrodestra l’improvviso balzo indietro di Matteo Salvini, che in un mese ha perso ben quattro punti, rimanendo comunque in testa alla classifica dei candidati preferiti dagli elettori del centrodestra con il 38%. A giovare dei punti persi da Salvini è Berlusconi che guadagna un punto, ma soprattutto Giorgia Meloni che sale nelle preferenze tra gli intervistati. Sul lato opposto, nel centrosinistra, il 54% degli elettori Pd vuole di nuovo Matteo Renzi segretario: una settimana fa era il 58%. A seguire Andrea Orlando, stabile al 20%, mentre Michele Emiliano passa dall’8% al 13%.
Questo sondaggio dovrebbe far preoccupare enormemente sia i partiti che amano autodefinirsi “di governo” sia l’area populista interna all’offerta politica italiana. Infatti se da un lato questi numeri rappresentano un Paese estremamente frammentato che difficilmente esprimerà una maggioranza alle prossime elezioni in caso di legge proporzionale, dall’latro i partiti della “protesta” e i loro capi non sfondano come in altri Paesi europei. Il Movimento 5 Stelle – sempre secondo Ixé – si confermerebbe sì primo partito italiano, nelle intenzioni di voto raggiungendo il 27,5%, ma subirebbe una flessione del -0,1% nonostante l’importante calo registrato dal Partito Democratico, insomma i pentastellati non costituiscono un vaso comunicante credibile per l’elettorato del centrosinistra. ll Pd, scende dal 27% al 26,5%. La Lega Nord si attesta al 12,7%, Forza Italia al 12,4%. In crescita il Movimento Democratico e Progressista, che raggiunge il 4,2%, staccando di oltre 1 punto Sinistra Italiana (2,9%).
Secondo l’ultimo sondaggio di Index Research invece la forbice tra M5S e Pd sarebbe più ampia. Alla domanda:
“Se ieri si fossero tenute le elezioni politiche, lei per quale partito avrebbe più probabilmente votato?” il 30,2% degli intervistati ha indicato il Movimento 5Stelle, MeNTRE i possibili elettori del Pd si attestano sul 25,4%.
Cambia però poco visto che nonostante la vicenda del ministro Luca Lotti (la quale però sempre secondo queste rilevazioni vedrebbe comunque un 39% schierato a favore della sua permanenza in carica) e Tiziano Renzi per Index Research il Partito Democratico, non solo non perde consensi, ma anzi li aumenterebbe di poco. La chiave di lettura resta quindi valida anche per questo sondaggio.
Numeri ancora diversi per l’istituto Swg che però confermano in linea di massima le tendenze espresse dagli altri due istituti demoscopici

Interessante ancora una rilevazione di Ixé che constata come per il 79% degli intervistati esiste un’emergenza sicurezza in Italia. Il 19%, invece, dice che non siamo di fronte a una situazione di allarme. La paura è quindi un elemento che ormai ha preso piede anche in Italia: poco importa se trattasi di percezione o meno, infatti, questo elemento potrebbe aiutare i partiti capaci di lanciare proposte maggiormente provocatorie.