Gli USA accusano il Sudafrica, poi l’ambasciatore americano smentisce e si scusa


Figuraccia degli USA in Sudafrica. L’ambasciatore americano Reuben Brigety ha lanciato una pesante accusa al governo sudafricano, riferendosi a una presunta fornitura di armi ai russi. Ha persino detto di poterci “scommettere la vita” sulla veridicità delle sue affermazioni accusatorie. Nella sua iniziativa molto poco… diplomatica, Brigety è stato spalleggiato dal primo portavoce del Dipartimento di Stato Vedant Patel, che ha ribadito il diritto di Washington di scagliarsi contro chiunque violi le sanzioni.

Peccato che Pretoria non l’abbia presa affatto bene. Il ministro degli Esteri Naledi Pandor non ha avuto alcun timore nel convocare immediatamente l’ambasciatore americani e chiarirsi faccia a faccia. Non solo, ma ha anche chiamato il segretario di Stato Antony Blinken. Già in passato la Pandor si era espressa in modo molto chiaro e diretto contro tutti i Paesi occidentali che intendevano limitare la possibilità del Sudafrica di gestire la propria politica estera secondo la propria volontà. Il ministro ha sempre disdegnato – per usare le sue parole – l’ipocrisia e il doppiopesismo di certi atteggiamenti dei partner euroatlantici.

Durante l’incontro l’ambasciatore americano ha ammesso di aver “oltrepassato il limite” e si è “scusato senza riserva” per aver amareggiato il Sudafrica con la sua condotta.

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