Sono passate poche settimane dall’uscita in Italia di “Revolt“, l’ultimo lavoro del giornalista Nadav Eyal, già vincitore del premio Pulitzer israeliano Sokolov Award. Eppure nonostante nel frattempo abbia già divorato numerosi romanzi e saggi, continuo a riflettere sulla profondità del nuovo lavoro di Eyal: una delle fotografie, tradotte in testo, più vivide dei cambiamenti che sta subendo il mondo in questi ultimi decenni. Non siamo di fronte a una semplice ricostruzione storica del periodo di decadenza che sta vivendo l’Occidente, le sue élite e la globalizzazione così come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi. Piuttosto quando si legge questo scritto si entra in un vero e proprio manifesto di sopravvivenza per chi non si arrende al mondo moderno, alle sue liturgie, all’ottimismo profuso a grandi dosi per cloroformizzare l’opinione pubblica. Parliamone con l’autore di questo meraviglioso “viaggio-inchiesta”.
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