“Immaginate per un solo istante che un vostro caro ad un tratto svanisca nel nulla. Niente e nessuno riesce o vuole ricondurvi a lui. L’angoscia di non conoscere il suo destino vi assale e non vi abbandonerà fino a quando non lo ritroverete. Nel frattempo tante domande affollano la vostra mente, alle quali non sapete dare risposte: dov’è, sta bene, gli hanno fatto del male, è vivo?” A chiederselo la giornalista di StrumentiPolitici.it Marina Pupella che proseguire: “Quegli stessi quesiti non risolti, se li pongono ancora oggi i familiari di 100 mila persone scomparse in Siria, inghiottite dalla furia cieca della repressione e dall’odio sanguinario. Solo il Daesh, che già nel 2013 iniziava a prender terreno nella città di Raqqa, secondo l’ultimo rapporto di Human Rights Watch ha sottratto all’affetto dei propri cari ben 8.134 persone. Mentre la Commissione internazionale indipendente di inchiesta sulla Repubblica araba siriana ha rilevato che più di 100 mila sarebbero state arrestate, rapite e fatte sparire non solo dal regime di Assad, ma anche dall’enorme pletora dei gruppi di opposizione che controllano ancora diverse parti del Paese”.
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