Siria, le elezioni non sfamano il popolo, prostrato dalla guerra, dagli abusi e dalle sanzioni europee filo Ankara


Domenica scorsa il popolo siriano è stato chiamato alle urne per il rinnovo dell’Assemblea popolare, il Parlamento. Le urne si sono chiuse alle 23 di ieri in tutte le province ritornate sotto il controllo del governo di Damasco, ma anche nelle ex roccaforti dei gruppi di opposizione, come nella Goutha orientale alle porte della capitale e nelle aree a Sud di Idlib, nel nord-ovest del Paese. Oltre 1.650 i candidati scelti fra le figure più influenti del Paese, molti dei quali vicini al presidente Bashar al-Assad e al partito Baath. Parte degli aspiranti al seggio parlamentare appartiene a quell’esigua minoranza che oggi detiene quel che resta della ricchezza del Paese, soffocato nella morsa di dieci anni di conflitto e dalle dure sanzioni imposte da Unione europea e Stati Uniti contro il regime.

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