Continuano a lievitare spese che si trovano a sostenere i genitori per mandare i propri bambini al nido. Il costo per una famiglia media al nido, cioè con un figlio solo ha raggiunto infatti 303 euro al mese, segnando un +0,9% rispetto all’anno 2018/2019.L’indagine “Asili Nido. Osservatorio Prezzi e Tariffe”, presentata oggi dalla Onlus Cittadinanzattiva, sottolinea in particolare le difformità territoriali che caratterizzano il nostro Paese sotto molteplici fronti: tariffe, posti disponibili e agevolazioni per le famiglie. Al Nord si paga di più (mediamente in Trentino Alto Adige, la regione più cara, pari a 472 euro al mese), al Sud le tariffe minori (in questo caso primeggia il Molise dove una retta ammonta mediamente a 169 euro). In Meridione però è più marcata la scarsità di posti disponibili.

Guardando alle singole città il capoluogo più costoso risulta essere Lecco con 515€ di spesa media a famiglia, mentre Catanzaro risulta essere il più economico con 100€. La quota a carico degli utenti sul totale della spesa è passata dal 17% del 2004 al 20% del 2013, mentre dal 2015 si attesta al 19,4%. La quota percentuale a carico delle famiglie è più elevata della media in dieci regioni, in vetta il Veneto dove le famiglie contribuiscono del 26,2% rispetto alla spesa complessiva, all’estremo opposto la Sicilia le cui famiglie contribuiscono per una quota pari al 6,3%.
Molto complessa la situazione per quanto riguarda la disponibilità di posti. Solo un bimbo su cinque riesce ad essere accolto in asilo nido, con una copertura, anche in questo caso, assai variegata fra i diversi territori: si va dal 34,3% dell’Umbria al 6,7% della Campania e ben sei regioni sono sotto la media nazionale (21,7%).
L’incompatibilità tra l’occupazione lavorativa e le esigenze di cura della prole, continua a rappresentare uno dei principali motivi di dimissioni e risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri: ciò avviene per il 36% dei casi su un totale di 35.963 provvedimenti (secondo i dati dell’Ispettorato del lavoro – Relazione annuale Anno 2018).
Con riferimento al rapporto numerico fra educatori e bambini, le singole leggi regionali stabiliscono misure differenti: ad esempio, nella fascia 0-12 mesi si va da 1 educatore ogni 5 bambini in 8 regioni, ad 1/6 in sette regioni, 1/7 in due regioni, fino ad arrivare ad 1/8 in quattro regioni.
Per quanto riguarda il Piemonte una famiglia media piemontese, con un bimbo al nido, spende al mese 350€ nell’anno in corso 2019/2020, con una variazione del ‐3,6% rispetto all’anno precedente, una riduzione in controtendenza rispetto al rispetto dell’Italia. A Cuneo si arriva a 458€, mentre a Novara si registra una diminuzione del 30,9%. In Piemonte la copertura della domanda si attesta al 23,7%.
