Sono stati presentati oggi alla stampa dall’Autorità israeliana per le antichità una serie di importanti reperti, legati all’assedio di Gerusalemme stretto dai legionari romani nel 70 d.C., rinvenuti in seguito a scavi condotti nella strada principale che all’epoca collegava la Piscina di Siloe (nella cosiddetta Citta’ di Davide) al sovrastante Tempio.Tra i reperti delle grosse sfere di pietra, utilizzate dalle catapulte romane per vincere la resistenza dei ribelli ebrei, e le punte di metallo delle frecce lanciate da questi ultimi. La loro ubicazione – hanno notato i responsabili degli scavi, Nachshon Szanton e Moran Hagbi – conferma con precisione la descrizione di quella battaglia fornita dallo storico romano di origine ebraica Flavius Josephus.
“Il giorno successivo i Romani, dopo aver sconfitto i briganti dalla città, mise tutto a fuoco fino a Siloam”.

Una volta vinta la resistenza ebraica, i legionari di Tito distrussero il Tempio di Gerusalemme. Finora gli archeologi israeliani hanno riportato alla luce un tratto di 100 metri (largo sette metri e mezzo) di quella ripida strada, lastricata con grandi pietre. Il completamento di questi scavi e’ previsto entro i prossimi cinque anni.

Finora il cantiere ha riportato alla luce una parte della strada lunga che conduceva al Tempio, pavimentata con grandi lastre di pietra, come era consuetudine nella costruzione monumentale durante l’Impero Romano. Gli scavi archeologici sulla strada utilizzano una combinazione di avanzati e pionieristici metodi di ricerca, i cui risultati finora rafforzano la consapevolezza che Erode il Grande non era solamente responsabile dei grandi progetti di costruzione di Gerusalemme alla fine del periodo del secondo tempio. Ricerche recenti indicano che la strada fu costruita dopo il regno di Erode, sotto gli auspici dei procuratori romani di Gerusalemme e forse anche durante il mandato del governatore romano Ponzio Pilato, noto anche per aver condannato Gesù a morte per crocifissione.
