In Italia il mondo su due ruote varrebbe 6,2mld annui secondo un rapporto redatto da Legambiente, l'”A Bi Ci – 1/o Rapporto sull’economia della bici in Italia e ciclabilità nelle città“, il quale peraltro sottolinea come sono in crescita il numero di piste ciclabili ma non la fruibilità ottimale delle stesse.Il bike friendly fa tendenza da tempo, ma i dati sono contrastanti. Se è vero infatti che le ciclabili siano cresciute del 50%; è però altrettanto vero che spesso, sono costruite senza criterio o sono isolate, fattori che le rendono inutilizzabili di fatto. Dal rapporto di Legambiente emerge infatti che se tra
“il 2008 e il 2015 sono stati realizzati 1.346,1 chilometri di ciclabili la percentuale di chi usa la bici è ferma però solo al 3,6%”.
Nonostante queste inefficienze il valore economico della ciclabilità in Italia è ragguardevole: si pensi infatti che si parla di 6,2 miliardi l’anno generati produzione di bici, accessori e ciclovacanze. Tra le città all’avanguardia in questo campo: Pesaro e Bolzano dove circa un abitante su tre pedala per raggiungere il luogo di lavoro o di studio e il 28% della domanda urbana di mobilità è soddisfatto dalla bici.
Dal punto di vista economico l’Italia comunque si conferma il maggior produttore di bici, con una quota di mercato del 18%. La vendita interna unita all’export nel 2015 ha generato affari per 488.000.000 euro e quella di parti e accessori 483.540.000. Il cicloturismo produce 2 miliardi di euro l’anno. L’uso della bici permette un risparmio sanitario di 1.054.059.446 euro l’anno e genera in Europa una riduzione dei danni da inquinamento acustico pari a 300.000.000 euro.
Tra le 12 città a prova di bici Ravenna, Reggio Emilia, Treviso e Ferrara dove dal 22% al 27% di abitanti la usano ogni giorno, poi Cremona, Rimini, Pisa, Padova, Novara e Forlì (15%). Delle grandi città, si distingue Milano (6%); a Roma solo 5 su mille usano la bici.
