Dopo il Medioriente, la Russia scippa agli Usa anche il Giappone. Continua il caos in Corea
E’ un dato di fatto che la Russia negli ultimi anni abbia accresciuto la propria area d’influenza geopolitica in Medioriente, a causa del palese fallimento delle politiche obamiane. Oggi pare che la Russia stia ponendo le basi per scippare agli Stati Uniti anche il suo rapporto privilegiato con il Giappone.
Non può essere data altra chiave di lettura dell’incontro tra i ministri degli Esteri e della Difesa russo e giapponese dove è stata indicata la volontà dei due paesi di portare il dialogo a un nuovo livello.
Così il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov al termine del meeting, avvenuto oggi a Tokyo ha spiegato:
Vladimir Putin eSergey Lavrov durante un incontro con il presidente dell’Uzbekistan (Photo by Sasha Mordovets/Getty Images)
“La ripresa del dialogo, nata dopo la visita del presidente russo in Giappone nel dicembre 2016, indica la nostra volontà reciproca di portare le relazioni a un nuovo livello. Siamo pronti a un dialogo basato sulla fiducia”.
Nel contempo il ministro degli Esteri russo ha chiarito come Mosca consideri: “L’installazione di sistemi di difesa missilistica degli Stati Uniti nella regione dell’Asia-Pacifico non è una risposta proporzionata alle minacce provenienti dalla Corea del Nord. Mosca e Tokyo ritengono però che la Corea del Nord dovrebbe rigorosamente rispettare tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. E Lavrov ha aggiunto:
“Siamo unanimemente d’accordo con i nostri partner giapponesi che la Corea del Nord dovrebbe rigorosamente rispettare tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Crediamo che le sanzioni delle Nazioni Unite a Pyongyang dovrebbe essere viste non come una strumento di punizione, ma come incentivo per riportare la situazione sul piano politico e negoziale”“.
Difficile non intravvedere in questo avvicinamento tra Giappone e Russia la crescente tensione che si respira in Asia a causa dell’escalation di provocazioni tra Washington, Seul e Pyongyang. L’ultima in ordine di tempo viene proprio dal governo di Kim Jong-Un. Uriminzokkiri, il principale mezzo di propaganda verso l’esterno della Corea del Nord, ha postato oggi sul suo sito web una videoclip che mostra le immagini di una supposta super portaerei americana Carl Vinson, impegnata nelle manovre militari congiunte con la Corea del Sud prima di finire nel mirino (al momento immaginario) di Pyongyang e di bruciare quindi tra le fiamme.
Il video appare a due giorni dalle affermazioni del segretario di Stato americano Rex Tillerson, secondo cui tutte le opzioni sono aperte, inclusa quella militare se il Nord della Corea continuerà ad essere una minaccia alla sicurezza degli alleati e alle stesse basi americane nella regione Asia-Pacifico.
Nella clip di 170 secondi c’è spazio per un bombardiere B-1B che fa la stessa fine della portaerei. Alla fine, Uriminzokkiri denuncia che le manovre in corso, spacciate come difensive, hanno invece l’obiettivo di “decapitare” la leadership nordcoreana che equivale a “una dichiarazione di guerra“. Pyongyang ha sempre valutato le esercitazioni di Washington e di Seul come la prova generale di un’azione ai suoi danni, da una eventuale invasione fino a un attacco ai vertici del regime. Tutti i tentativi “porteranno soltanto all’annientamento degli Stati Uniti“, conclude il video, mentre scorrono le immagini dell’ultimo missile made in Dprk (Democratic People’s Republic of Korea), il Pukguksong-2, e una vasta operazione di artiglieria.