Bonus Bebè 2017? Prossimamente una puntata a “Chi l’ha visto?”
Vi ricordate quanto il Governo Gentiloni e prima l’ex premier Matteo Renzi diede grande enfasi per l’approvazione in Legge di Stabilità del cosiddetto bonus bebé all’interno dell’operazione “Mamma domani”? Beh si era scherzato. Infatti ad oggi la misura di sostegno esiste solo lì, in Finanzaria, ma né sul sito dell’Inps né su quello del Governo vi è traccia di come si possa ottenere.
Come dare torto quindi al capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana Giulio Marcon che sul suo acount twitter scrive:
“Il #bonusbebe’ doveva entrare in vigore il 1 gennaio scorso, ma il 20 marzo si scopre che non e’ successo niente. Un’altra promessa tradita dal governo Gentiloni”.
E pensare che il ministro per la famiglia Enrico Costa era stato categorico:
Il ministro Enrico Costa
“Si parte dal 1 gennaio e potranno accedere al tantum di 800 euro per far fronte alle prime spese (come l’acquisto della carrozzina, analisi cliniche, allattamento), le cittadine italiane, comunitarie ed extracomunitarie con permesso di soggiorno nel nostro paese”.
Sarà vero però siamo a fine marzo e ad oggi non è dato sapere che fine abbiano fatto questi 800 euro a famiglia. Una situazione kafkiana che potrebbe avere una semplice chiave di lettura se si legge quanto anticipato nel Bollettino economico della Bce, di cui si è avuta una anticipazione proprio in queste ore:
Se l’Italia non apporterà le “ambiziose” misure correttive di bilancio richieste dalla Commissione europea entro aprile, verrà attivata a maggio la procedura di infrazione.
La Banca Centrale Europea ricorda nel memorandum che Italia, Portogallo e Cipro sono i tre Paesi con “squilibri eccessivi” di bilancio e che la Commissione Ue, che ha chiesto loro “misure particolarmente ambiziose” per le quali ha previsto “una specifica missione di monitoraggio adeguata alla gravità dello squilibrio“. La Bce nota infine che il numero di paesi con squilibri eccessivi negli anni non è diminuito, osservando che mentre Spagna e Slovenia sono uscite dalla categoria dei Paesi sotto osservazione:
“l’Italia vi è ora inclusa per il quarto anno consecutivo”.
Non è che non quadrano i conti è quindi a farne le spese sia l’ennesima misura che non avrebbe la necessaria copertura? A pensare male si fa peccato – si sa – ma spesso ci si azzecca. Intanto, il fatto che anche questa misura sia finita nel dimenticatoio non fa che acuire il senso di profondo fastidio per le giornate che i politici hanno dedicato a rilasciare dichiarazioni sulla questione dei problemi di natalità e della decrescita demografica che colpisce il nostro Paese. La sensazione è che in Italia la rincorsa sia più alla dichiarazione alla stampa che non al provvedimento o alla soluzione reale dei problemi.