Quattrocento euro al mese, assegnati alle famiglie disagiate, non possono sicuramente essere considerati una mancia. Costituiscono certamente un bel gruzzoletto che può dare una mano a chi è in difficoltà. Quello che viene spontaneo domandarsi è però se questo nuovo provvedimento, promosso dal Governo Gentiloni e dal ministro Poletti che verrà approvato domani dal Senato, possa cambiare la vita di una persona e sottrarla alla povertà. Pare veramente difficile crederlo pensando a come è formulato.
Per il ministro del Lavoro si tratta di “un passo verso l`Europa” infatti “l`Italia avrà per la prima volta uno strumento universale su tutto il territorio nazionale per combattere la povertà. Si tratta di un sostegno da almeno 400 euro al mese per circa 400mila famiglie povere per una spesa complessiva di circa due miliardi di euro, considerando anche le risorse europee. Si tratta complessivamente di circa due miliardi di euro, considerando anche le risorse europee. Ricordo, poi, che è la prima volta che viene messo a bilancio un fondo destinato alla lotta contro la povertà, non era mai successo. Dunque è più di quanto storicamente sia mai stato investito su questa materia“.
A prescindere che la social card fu per la prima volta introdotta da un governo di centrodestra e quindi non si puó definire come il primo fondo per la povertá introdotto in Italia… ma é la sostanza che dell’azione che non si regge in piedi. Per carità non sono soldi da buttare via, assolutamente no. Però è alto il rischio di tramutare questa dazione in una sorta di “elemosina” per lavarsi la coscienza e per nascondere sotto il tappeto i problemi che stanno dietro alla loro condizione di povertà. Questa misura infatti non cerca di disinnescare le cause della indigenza di queste famiglie ma si ferma ad un aiuto estemporaneo. Una misura di semplice welfare becero, al quale non segue nulla per costruire una via d’uscita dalla propria condizione sfortunata.
La persona emarginata continuerà ad esserlo, certo dopo però aver ricevuto una sonora e amichevole pacca sulla spalla e fino a quando peró qualcuno dall’alto non si stancherà di finanziare quella social card e staccherà la spina. Non importa se poi quei soldi verranno spesi per assicurarsi quella assistenza che proprio lo stesso Governo Gentiloni sta aggredendo proponendo tagli per 262 milioni verso le fasce più deboli della popolazione italiana. Insomma una bella partita di giro dove qualche soldo resterà pure nelle mani di queste 400mila famiglie, ma la maggior parte tornerà – sotto altre forme e altre tasse – nelle mani dello Stato. E nel frattempo la ridistribuzione sociale abbasserà il reddito di qualcun altro portandolo alle soglie della povertà.
Il dramma é che in tutta questa vicenda gli unici a guadagnarci qualcosa saranno quei pochi nuovi assunti nei centri per l’impiego che dovranno imbastire le pratiche per chi riceverà la social. Almeno qualche posto di lavoro si crea, non per queste famiglie purtroppo, si spera magari per qualche giovane visto che siamo uno trai Paesi europei con il più alto livello di disoccupazione tra i 18 e 30 anni. Chissà la speranza é sempre l’ultima a morire…