Zelensky goes to America, ma stavolta torna deluso


Il presidente ucraino Zelensky si è recato la settimana scorsa a Washington per una visita tanto breve quanto deludente. E anche molto mesta, se confrontata al trionfo tributatogli la volta prima, cioè un anno fa. Oggi ha potuto solamente conferire a porte chiuse con i senatori, che non sembrano troppo desiderosi di approvare altri 60 miliardi di dollari a favore di Kiev. Poi ha incontrato Biden e il nuovo portavoce della Camera Mike Johnson.

Poco dopo, Zelensky ha riattraversato l’oceano ed è tornato senza alcuna promessa vincolante in Ucraina, dove lo aspettavano aspre critiche dai suoi stessi alleati. Non è infatti bastato sradicare i partiti di opposizione (pur con mezzi formalmente legali): oggi la fronda interna minaccia Zelensky forse ancor di più. E deve anche fare i conti con i vertici militari capeggiati dal generale Zaluzhny, che dopo la franca intervista all’Economist ha perso il favore della presidenza. Intanto, oligarchi ed esponenti del mondo politico spingono per concessioni e cambiamenti strutturali.

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