Le idee degli accademici americani per il dopoguerra ucraino


È tutt’altro che remota la possibilità di un cessate il fuoco in Ucraina. Gli accademici americani ne discutono apertamente e ipotizzano il come e il perché. L’ultimo ad averne scritto è il docente dell’Università dell’Ohio John Mueller. Il suo punto è che questo conflitto ha avuto più dispendio di risorse che vantaggi per ambo le parti, compresi gli Stati Uniti. Dunque sembra esservi da tutti l’intenzione di mettere la parola fine alle ostilità.

Mueller esclude l’eventualità di un successivo conflitto che vedrebbe Putin contrapposto a non si sa bene ancora chi: infatti ritiene infondati i timori di attacchi ad altri Paesi NATO per ampliare il territorio. L’ipotesi è invero piuttosto assurda perché la Federazione Russa è già lo Stato più vasto del mondo. Si pone quindi per Kiev l’accento su come gestire il territorio ucraino in futuro. Tutto farebbe pensare all’idea di seguire il modello coreano, ossia dividendo l’Ucraina in due.

Altre voci verterebbero sul lasciare alcuni territori alla Russia, come la Crimea e il Donbass, e ridiscutere il resto in sede di trattative a fine conflitto. Quello che sicuramente non mancherebbe a Kiev sono le possibilità per ritirarsi su. Risorse, sia umane che territoriali non mancano, ma se non verrà risolto quanto prima il problema della corruzione, difficilmente il Paese assisterà ad una ricrescita in vari settori.

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