Controffensiva ucraina e difesa russa, qualche considerazione tecnica


Dopo circa due mesi, la controffensiva ucraina resta di fatto inchiodata sulle posizioni iniziali. Kiev ha subito grosse perdite di uomini e di mezzi, anche se non si conoscono i numeri ufficiali. Ora sembra debba iniziare una nuova fase, nella quale gli ucraini hanno deciso di impiegare delle unità di élite, super-specializzate, per trovare un varco nelle difese russe. Il problema per Zelensky è di non potersi permettere di restare in attesa di qualche miracolo, perché il tempo passa, e con esso arriveranno inesorabili dei cambiamenti politici ed economici che gli toglieranno ogni possibilità di vittoria.

Per i suoi alleati occidentali, invece, il problema è assistere alla distruzione delle armi e degli equipaggiamenti gentilmente e generosamente forniti. Mezzi fabbricati con standard NATO, per un valore di milioni o anche miliardi, sono ridotti in cenere o comunque all’inoperatività. E non consola il fatto che anche i russi subiscano delle perdite. Questi ultimi, anzi, hanno sfruttato i mesi autunnali e invernali per effettuare una profonda riorganizzazione della propria struttura militare. Hanno ammesso che le prime fasi della cosiddetta “operazione speciale” non hanno avuto il successo sperato per colpa di determinati errori di calcolo e di valutazione. Così hanno fatto dei cambiamenti ai vertici dell’esercito.

Ora la produzione militare va a pieno regime e può sostituire i materiali distrutti, fornendo anche pezzi ad alta tecnologia come i missili ipersonici. La società russa sostiene lo sforzo militare e pure quello ideologico, perché i cittadini sono convinti in larga maggioranza della necessità di questa battaglia.

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