Nel paese nuovamente travolto dall’epidemia, che accanto al problema sanitario si porta dietro la crisi economica e sociale altrettanto drammatica, con nuove restrizioni e chiusure distribuite sull’intera penisola, si avverte comunque un comune sentire positivo nei primi passi del governo di Mario Draghi, equamente distribuite tra inevitabili speranze e caute convinzioni: decisioni rapide e spesso solitarie del capo dell’esecutivo e tuttavia accettate dai partiti e dall’opinione pubblica forse anche un po’ per amor di patria e un po’ perché tutto sommato gradite; ferme rivendicazioni di autonomia nei confronti dell’Europa e di chicchessia; impegno silenzioso e poche chiacchiere.
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