Viene spontaneo dirlo: “esiste ancora un Giudice a Berlino”. Il Tribunale monocratico di Pescara ha infatti assolto Alessio Feniello, padre del 28enne Stefano, una delle 29 vittime della tragedia dell’Hotel di Rigopiano. Papà Alessio era stato indagato per aver violato, il 21 maggio 2018, i sigilli giudiziari apposti per delimitare l’area dove il 18 gennaio 2017 si verificò la valanga. Lo aveva fatto per portare i fiori sulla “tomba” del figlio.
Ci sono voluti diversi anni purtroppo per avere giustizia nei confronti di quegli agenti troppo zelanti che avevano identificato e denunciato l’uomo. Ma alla fine il buon senso ha prevalso. Il giudice monocratico, Marina Valente, ha anche annullato la multa di 4.550 euro che era stata comminata ad Alessio Feniello.
La sentenza però non sana l’insensatezza di tutta la vicenda che ha portato a sprecare mesi in un processo surreale. Quanti soldi sono stati sprecati per avviare il “giudizio immediato” firmato dal gip del capoluogo abruzzese? Ed era proprio necessario rinviare a giudizio papà Alessio sprecando ulteriore tempo? Difficile non condividere l’amaro commento di Feniello quando, rinviato a giudizio, sbottò laconicamente “Vi sembra normale che nel 2020 si perdano tempo e soldi pubblici con queste stupidaggini?“