Paura e delirio a Torino


Un’altra tragedia sfiorata nella Torino pentastellata. Nella Sala Rossa in cui si riunisce il Consiglio Comunale, nella sera tra il 2 e il 3 luglio, è crollata una parte della balconata che ospita i visitatori. Per fortuna il fatto è avvenuto di notte e non ha travolto il pubblico, né i tecnici, né i giornalisti che lavorano in Consiglio.Se il crollo si fosse verificato di giorno, forse l’Amministrazione torinese dovrebbe piangere un altro morto, dopo la tragica scomparsa di Erika Pioletti, schiacciata a morte in piazza San Carlo dalla folla impazzita durante la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid dello scorso 3 giugno.

L’ex sindaco di Torino Piero Fassino
È l’ennesima disgrazia che colpisce il capoluogo sabaudo amministrato dalla grillina Chiara Appendino. Un’altra fatalità? Colpa dell’ex sindaco Piero Fassino?

Uno sfottó della pagina Fb satirica “Chiara Appendino che fa cose”
Ormai le sventure non si contano più in questo primo anno di Torino a 5 stelle. A novembre, dopo un’alluvione, i battelli Valentino e Valentina per la navigazione turistica sul Po rompono gli ormeggi, si schiantano su un ponte e uno si inabissa. Seguono poi pasticci sulle nomine negli enti, i debiti della Città sembrano fuori controllo, con ripetute comunicazioni della Corte dei Conti. Arriva poi il pasticciaccio del 3 giugno di piazza San Carlo, con un morto e 1.526, a cui si aggiungeranno i danni che la Città dovrà pagare… E ancora i casini della vita notturna, con ripetute aggressioni alle Forze dell’Ordine, che reagiscono il 20 giugno, manganellando a destra e a manca gli avventori dei dehors in piazza Santa Giulia dopo l’ennesimo affronto da parte dei Centri Sociali e degli habitué della mala movida.

Anche il 24 giugno per la festa di San Giovanni, il santo patrono di Torino, non va meglio: la piazza è mezza vuota. In compenso, si crea un gran parapiglia quando vanno a fuoco tre furgoni dei “paninari”. Per un miracolo non esplodono le bombole e non ci scappa un altro morto…

Il bilancio del primo anno di Appendino a Torino non appare quindi certo roseo. Anzi, è piuttosto cupo. E lascia aperti molti interrogativi: fu vera sfiga o somma incapacità? Ai posteri l’ardua sentenza!