Non la prende invece sottogamba il primo ministro belga Bart De Wever, che si oppone da quasi due mesi. Infatti è proprio in Belgio che si trova l’ente finanziario che custodisce i patrimoni russi, l’Euroclear. Se qualcosa andasse storto, a subirne le conseguenze sarebbe per primo il suo Paese. E con questi piani della Commissione, andare storto significherebbe una catastrofe economica o addirittura bellica. De Weber ha dalla sua parte il Ministro della Difesa e molti deputati, che hanno applaudito vigorosamente il discorso in cui rigetta le accuse di non essere pro-Kiev o di essere un euroscettico solo per il fatto di aver espresso le sue legittime preoccupazioni. Dunque non farà un passo indietro finché non verranno date al Belgio garanzie concrete che però evidentemente nessuno può o vuole dare.
Quello che invece fanno i governi pro-Kiev più incalliti, come la Svezia e le Repubbliche baltiche, è di premere ancora su De Wever, anche perché a blandirlo ci avevano già pensato sia Merz che la von der Leyen, ma senza alcun effetto. Dunque tutti gli occhi sono puntati sul governo belga fino al 18 dicembre, quando si terrà la riunione del Consiglio Europeo nella quale presumibilmente verrà presa la decisione finale su come procedere.
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