La scorsa settimana Putin ha parlato pubblicamente di tre missili molto potenti di cui oggi la Russia dispone. Le caratteristiche di questi armamenti non sono passate inosservate agli analisti occidentali, che considerano le ultime dichiarazioni di Putin come uno sforzo del Cremlino di scoraggiare Europa e Nordamerica dal sostenere ancora l’Ucraina. O quanto meno scoraggiare gli USA dal perseguire politiche che minaccino gli interessi della Russia, scrive un rapporto appena pubblicato dal Center for Strategic and International Studies (CSIS). Il presidente russo non ha esplicitamente nominato il Golden Dome, la “Cupola Dorata” che l’amministrazione Trump sta progettando per proteggere gli USA, ma ha sottolineato la capacità del Burevestnik di superare le barriere difensive.
Certe caratteristiche non sono passate inosservate nemmeno al mainstream americano, che non lesina aggettivi allarmanti per descriverle. Il Newsweek dice che il Poseidon è stato pensato “potenzialmente per provocare catastrofici maremoti radioattivi contro obiettivi sulle coste”. Il New York Times ne sottolinea a sua volta la capacità di “creare tsunami”, mentre lo Washington Post lo chiama “super siluro” in grado di affondare città costiere.
Tuttavia Putin precisa che la Russia non sta minacciando nessuno, ma sta solo lavorando su progetti già comunicati tempo addietro e sta sviluppando il suo potenziale nucleare e strategico come fanno anche le altre potenze. La tempistica va quasi a sovrapporsi col proclama di Trump di voler riprendere i test nucleari, senza specificare di quale genere e creando così una certa confusione sulle sue reali intenzioni. Trump ha infatti detto di aver dato l’ordine “a causa dei programmi sperimentali di altri Paesi”. A sua volta Putin ha ordinato di delineare il possibile avvio di test nucleari proprio in risposta all’eventualità di una ripresa americana di tali attività.
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