merz consola zelensky dopo il brutto vertice con trump


Le confidenze dei funzionari presenti alla Casa Bianca durante il vertice riferiscono di un incontro “difficile”, “negativo”, “teso”, talvolta “irrequieto”, ma anche “franco” e “diretto”. Il nocciolo della questione è che i due presidenti hanno due visioni totalmente diverse sull’andamento e sullo sviluppo del conflitto. Anche il cancelliere tedesco Merz ha ammesso che la visita non è andata come Zelensky sperava. Forse per sfogarsi sapendo di trovare consolazione a Berlino, gliene ha parlato direttamente quest’ultimo in una una lunga telefonata subito dopo il vertice. Merz evidenzia come l’esito non buono dell’incontro faccia risaltare ancor di più l’importanza degli aiuti europei, divenuti assolutamente cruciali. La resa di Kiev non è un’opzione, dice, perché darebbe modo alla Russia di aggredire in seguito un altro Paese europeo. Il cancelliere ha ribadito cha lavorerà per dare all’Ucraina tutto il supporto possibile sul piano finanziario, politico e militare.

Fra alleati occorre salvare le apparenze e questo fa parte del lavoro del segretario generale della NATO. Rutte ha negato ai giornalisti che ponevano domande in merito che il vertice di Washington sia stato un “completo fallimento”. Al contrario, dice, è stato un incontro buono e proficuo, esattamente ciò che serviva. Non poteva andar male perché, spiega, era stato programmato in anticipo, e poi lui stesso si è recato negli USA a parlare con Trump della “sua visione di pace in Ucraina”. Pace – si badi bene – non vittoria. Ormai è difficile negare che i russi abbiano un grosso vantaggio strategico e numerico, anche se a beneficio del mainstream qualche politico europeo prova a ribaltare i fatti. E dopo Gaza, per Trump la priorità è di fermare le ostilità in Ucraina.

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