Questo genere di inconveniente si è già verificato in passato ed è forse questa la ragione per cui le borse hanno reagito con calma, senza subire perdite, perché confidano in un rapido ritorno alla normalità. Stavolta però lo shutdown sembra più grave del solito a causa dell’aspro scontro fra Repubblicani e Democratici. Il motivo principale del contendere è rappresentato dagli stanziamenti alla sanità pubblica. Vi sono anche altre questioni sulle quali i due partiti non riescono a trovare la quadra. Così, in mancanza di approvazione del Congresso, più di 800mila impiegati statali rimangono temporaneamente a casa senza stipendio, pure quelli di alto livello. Entrambi gli schieramenti vorrebbero ottenere il massimo dall’attuale impasse. Per i Democratici è l’occasione di compattarsi contro l’amministrazione repubblicana, mentre lo stesso Trump intravede un’opportunità “senza precedenti” di tagliare i fondi alle agenzie targate Dem.
Il primo effetto collaterale dello shutdown è stato di gettare ombre sui colloqui con la delegazione ucraina in visita a Washington la settimana scorsa. Infatti, non tutti i rappresentanti del Pentagono, del Dipartimento di Stato e della Casa Bianca potevano presentarsi poiché, detto in parole povere, i loro uffici erano rimasti chiusi. E lo saranno finché Repubblicani e Democratici non sbloccheranno col voto parlamentare le pratiche del bilancio statale. Secondo quanto comunicato da una fonte interna al governo ucraino, i negoziati sulle forniture di tecnologia militare e di armamenti (droni in particolare) sono stati “lasciati in un limbo”.
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