Il 24 settembre Erdoğan era a New York per partecipare all’80esima riunione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ne ha approfittato per rilasciare un’intervista al canale americano Fox News e per andare a trovare Trump. Era dal 2019 che il presidente turco non si recava alla Casa Bianca, a causa dei rapporti non idilliaci con Biden, dato il rifiuto di Ankara di unirsi al fronte sanzionatorio occidentale contro la Russia. Sia nel suo incontro col presidente americano che nel discorso all’ONU – e infine nell’intervista televisiva nella trasmissione Special Report di Bret Baier – Erdoğan ha fatto affermazioni importanti con riguardo a temi quali Gaza e il conflitto ucraino.
I rapporti personali con Trump sono ottimi, ma fra i rispettivi Paesi vi sono delle difficoltà, delle divergenze da appianare. Oltre naturalmente alle posizioni diametralmente opposte su Israele, vi è la questione degli F-35. Il presidente turco ha rammentato che Ankara era un partner nel progetto iniziale di questi caccia e che aveva già sborsato 1,4 miliardi di dollari per il loro acquisto. Tuttavia i velivoli non le sono stati mai consegnati. Per Erdoğan si tratta di un “passo falso”, qualcosa di “discordante con una partnership strategica”, ma ne discuterà ancora in futuro con Trump. Il presidente americano si è detto disposto a trovare un accordo in merito con la Turchia se quest’ultima accetterà la sua esortazione a sospendere l’acquisto di risorse energetiche russe, di cui è la terza importatrice al mondo dopo Pechino e Nuova Delhi.
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