La fretta di un’europa sul baratro


Ad avere fretta di chiudere la partita oggi sono i leader europei, i quali sentono di essere agli sgoccioli. Macron e Starmer in primis. La visita alla Casa Bianca organizzata con grande urgenza mostra il loro nervosismo. Senza una una ragione stringente non sarebbe stato nemmeno pensabile radunare per un tale viaggio in agosto così tanti premier e presidenti. 

Nel disperato tentativo di affermarsi come potenza globale che si fa ascoltare, l’Europa (intesa come UE e NATO) sta perdendo su due fronti. Il primo è appunto quello orientale, dove sta cercando di formulare una soluzione diplomatica col supporto di truppe di peacekeeping da mandare sul campo. Sembra però un tentativo destinato a rimanere lettera morta, perché per ora Kiev non cede di un millimetro sulle richieste russe di smilitarizzazione e di cessione definitiva di Donbass e Crimea. Un tentativo peraltro falsato dalla convinzione che Putin accetterà di incontrare Zelensky come e quando vogliono gli alleati occidentali. Purtroppo per loro, oggi devono sbrigarsi ad “aiutare l’Ucraina a evitare la capitolazione. Lo scrive la BBC, che parla della trasferta a Washington come di uno sforzo di “mettere un braccio protettivo intorno al presidente Zelensky e di prevenire il ripetersi del litigio di febbraio nello Studio Ovale”.

Il tanto bistrattato e vituperato Donald Trump viene ora trattato come un re dagli esponenti continentali, recatisi da lui come “supplicanti”, scrive il britannico Guardian. Con le sue ultime decisioni Mr. President sta ribaltando mesi di strategie e lavori dei suoi alleati-mendicanti, che temono di sollecitarlo troppo e di spingerlo sempre più lontano. Già adesso il pensiero comune è che gli USA diminuiranno sensibilmente la partecipazione alla sicurezza europea, mentre faranno il minimo indispensabile per quella ucraina. O forse nemmeno quello, ed è ciò di cui gli europei hanno paura. Nel suo commento, il Guardian non risparmia l’ironia, paragonando il loro comportamento a quello dei piccioni che zampettano qua e là muovendo la testolina in modo strano per attirarsi le briciole dell’uomo che li sfama a intervalli irregolari, proprio come Trump elargisce i suoi favori in modo imprevedibile.

Per leggere l’articolo completo cliccate su Strumenti Politici.