europa guerrafondaia che punta tutto sugli armamenti


Come scrive il portale tedesco-americano Business Insider, l’Occidente si sta preparando per un conflitto serio, come potrebbe esserlo una guerra fra Russia e NATO o uno scontro fra USA e Cina. Per la guerra moderna servono molte armi e munizioni, molte più di quanto si pensasse fino a qualche anno fa, quando gli esperti esaltavano l’altissima tecnologia come mezzo vincente del futuro. Oggi invece il volume conta di più e l’Europa ha capito di non avere abbastanza munizioni.

La premier danese Mette Frederiksen ha detto qualche mese fa che è un problema se un Paese in guerra può produrre più rapidamente di tutti quanti gli altri europei. Ha aggiunto: Non sto dicendo che siamo in tempo di guerra, ma non possiamo più nemmeno dire che siamo in tempo di pace. Quindi dobbiamo cambiare la nostra mentalità. Il segretario generale della NATO Mark Rutte ha avvertito che Mosca in tre mesi è in grado di fabbricare il numero di proiettili che l’Alleanza fa in un anno. Ma i russi non avevano finito le scorte? Eppure il mainstream dice sempre che la Russia ormai è al collasso…

Le aziende di armamenti dei Paesi NATO stanno aprendo filiali sul territorio ucraino, da sole o in progetti congiunti coi partner locali. Il guadagno che deriva dalle commesse governative è garantito, così come gli ucraini vedono diminuire le tempistiche di consegna degli aiuti militari. Le armi e le munizioni che l’Occidente promette vengono infatti prodotti da loro: un’assistenza più a portata di mano di questa non vi può essere. Viene definita infatti come una soluzione win-win, nella quale entrambe le parti sono vincitrici. Gli ucraini hanno appunto le armi in modo rapido e garantito; gli europei accumulano esperienza grazie ad armamenti testati sul campo contro un nemico alla pari o forse superiore e soprattutto nelle condizioni effettive di “guerra moderna”.

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