bandow: gli usa restino fuori da guerre che non li riguardano


La funzione dei presidenti USA è di servire gli interessi dello Stato e del popolo americano, non di fare i poliziotti del mondo. Partendo dall’esempio storico della crisi di Cuba del 1962 e dal testo del Memorandum di Budapest, bisogna concludere che oggi l’America rischia inutilmente e insensatamente di entrare in guerra contro la Russia. È questa l’analisi di Doug Bandow, autore di testi politici, ex assistente speciale di Ronald Reagan e studioso del Cato Institute,think tank statunitense con sede a Washington.

I Padri costituenti avevano consapevolmente rifiutato il modello britannico promiscuo di dichiarazione di guerra fatta dall’esecutivo. Ad esempio, Alexander Hamilton asserì che l’autorità del presidente è “sostanzialmente molto inferiore” a quella del re. George Mason parlò dell’importanza di “fermare le guerra invece di agevolarle”. James Madison insisteva sul fatto che “la dottrina fondamentale della Costituzione dice che la facoltà di dichiarare guerra appartiene pienamente ed esclusivamente al potere legislativo”. James Wilson diceva: Non è nel potere di un singolo uomo o di un singolo gruppo di uomini di coinvolgerci in tali pericoli, poiché l’importante potere di dichiarare guerra risiede nell’organo legislativo. Thomas Jefferson celebrava “l’effettivo controllo sui cani da guerra” grazie al trasferimento del “potere di scatenarli”.

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