Rapporti tesi fra budapest e kiev


Le accuse a Kiev sono di reprimere la comunità magiara violandone diritti linguistici e simboli. Ad esempio il caso della città di Mukachevo, dove l’amministrazione locale ha rimosso la statua del mitologico falco turul, sostituendola col tridente ucraino. Dolorosa la mobilitazione forzata degli abitanti della Transcarpazia, scelti per essere mandati in missioni altamente pericolose. Nella battaglia perduta di Soledar è perita oltre metà della 128ª Brigata d’assalto, formata da magiari ucraini. I media vicini alle posizioni neonaziste dell’Azov rilanciano commenti di odio contro i “cani ungheresi”. Due settimane fa un piccolo scandalo mediatico: un giornale della Transcarpazia che aveva annunciato l’imminente bando del partito e dell’associazione ad esso legata, il KMKSZ della minoranza ungherese. La notizia non era confermata: il portale Novini Zakarpattya si è giustificato dicendo di averla presentato come ipotesi basata sulle indagini condotte contro le presunte spie ungheresi e contro il leader dell’associazione, rifugiatosi in Ungheria.

La posizione del governo ungherese è chiara: “non vogliamo che l’Ucraina diventi membro della UE”. La scorsa settimana Orbán ha postato su Facebook la promessa di “fare qualsiasi cosa” pur di impedirlo. Il premier magiaro afferma con convinzione che l’Ucraina assorbirà ogni euro, forint e zloty che abbiamo speso finora per rafforzare l’industria, le famiglie e gli agricoltori europei. La richiesta di adesione era stata fatta da Kiev nel 2022 e i colloqui veri e propri sono iniziati nel 2024. Con procedura accelerata i vertici UE vorrebbero concludere il percorso entro il 2030.

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