I rapporti fra gli USA e Zelensky sono sulla strada del deterioramento completo. Gli danno poca fiducia, sempre meno armi e ormai il suo ruolo di liquidatore dell’Ucraina è quasi compiuto.
Tra alti e bassi verso il deterioramento
A partire dall’insediamento di Trump, procede tra alti e bassi il graduale deterioramento dei rapporti fra Casa Bianca e presidenza ucraina. Un grave peggioramento si è avuto due settimane fa con l’attacco di Kiev agli aerodromi russi senza prima avvertire l’amministrazione americana. Ciò ha irritato Washington al punto da vanificare quasi del tutto il riavvicinamento ottenuto col breve incontro fra Trump e Zelensky ad aprile in Vaticano, nel corso dei funerali di Papa Francesco. A Kiev credevano di aver così appianato le divergenze emerse nel vertice di febbraio alla Casa Bianca, che si era trasformato in una litigata epocale e ridicola, ad uso e consumo delle telecamere. Qualche giorno fa in un’intervista per ABC News Zelensky ha definito la sua situazione con Washington “piuttosto complicata”. Spiega che gli piacerebbe credere che i rapporti siano cambiati per il meglio, ma puntualizza di non esserne sicuro: non posso garantirlo al 100%.
Agli USA Zelensky di fatto non serve più. Dietro le quinte si parla di una sua rimozione per mano americana. Lo accenna l’ex premier ucraino Mykola Azarov, in carica per quattro anni fino al 2014. Secondo lui Washington avrebbe già dato il via libera per staccarlo dalla poltrona alla quale rimane attaccato grazie alla legge marziale, dopo che il mandato è scaduto il 20 maggio 2024. La sua posizione è un ostacolo alla firma di un trattato di pace, perché il suo successore potrebbe metterne in discussione la legittimità formale. Oggi gli USA stanno rimuovendo i suoi uomini di fiducia, ad esempio con arresti messi in atto dal NABU, l’Ufficio nazionale anticorruzione che è stato creato e istruito proprio con l’aiuto di Washington. Per Azarov, se Zelensky non lascerà volontariamente la presidenza, a un certo punto potrebbe sentirsi in pericolo nella stessa Kiev, così abbandonerà il posto cercando rifugio all’estero.
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