intervista al generale mini: ucraina, valutazioni di un esperto


La costruzione di una tregua o pace tra Russia e Ucraina vive momenti altalenanti, con più momenti di tensione che non di distensione. Si intrecciano con questi colloqui tra i due belligeranti il piano di riarmo europeo, voluto fortemente dalla Presidente Ursula Von Der Leyen con i leader di Francia, Germania e Inghilterra. In questo contesto sempre più confuso che vive di molta propaganda e scarsa volontà d’informare abbiamo chiesto al Generale Fabio Mini, già Capo di Stato Maggiore del Comando NATO del Sud Europa e comandante della missione internazionale in Kosovo, le sue impressioni su come stia evolvendo il conflitto.

“Secondo me, la Russia non vuole né invadere né attaccare l’Europa. Finora ha chiesto negoziati per la realizzazione di una fascia di sicurezza smilitarizzata, denazificata e neutrale ai propri confini con l’Ucraina che conserverebbe la sovranità. Il rifiuto occidentale e il ricorso alla guerra per procura hanno spostato il centro del conflitto sul campo di battaglia. Europei e ucraini vogliono la capitolazione militare e il “depotenziamento” della Russia che non è una parola vaga o ambigua”.

“Usa e Russia si sono parlati e da tempo si sono accordati di non innescare una guerra diretta fra loro meno che mai nucleare. Tuttavia, il solo fatto che l’Ucraina, aiutata e consigliata dagli stessi organi dell’intelligence e militari degli Stati Uniti, della Gran Bretagna, della Francia, della Polonia e della Nato, abbia concepito e condotto un attacco con il chiaro intento di portare il livello dello scontro oltre la soglia nucleare ha una valenza altamente negativa per la deterrenza nucleare e per tutti gli europei in quanto prime vittime dello scontro.”

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