Il premier ungherese accusa la UE di aver rubato il vero sogno europeo, quello di stare insieme e non avere guerre, ma prosperità. Bruxelles lo ha trasformato in un incubo. Gli europei non si sentono sicuri nelle loro città e nemmeno nelle loro case, stanno diventando stranieri nella propria terra. Non c’è integrazione dei migranti, ma sostituzione etnica. Il piano dei liberali per l’Europa è infatti ucciderne cultura e tradizioni. E intanto i leader patrioti nei vari Paesi vengono trascinati in tribunale e processati (Orbán cita Salvini, la Le Pen e il partito tedesco AfD). Poi attacca le politiche green che stanno soffocando le economie nazionali e che sono diventate una sorta di “parodia”. Ma l’Ungheria ha un piano, spiega, ed è un piano patriottico: sovranità invece di debiti comuni imposti da un’economia centralizzata; libertà politica e di parola; ritorno alle tradizioni cristiane senza cedere a quelle dei migranti.
Il primo ministro magiaro Viktor Orbán ha parlato alla Conferenza dei Conservatori tenutasi in questi giorni a Budapest. Il suo è stato quasi un discorso programmatico, nel quale si è espresso con forza sul tema dell’Ucraina e del suo rapporto pericoloso con l’Unione Europea.
Non è certo la prima volta che Orbán mette in guardia contro tale pericolo. Ne aveva parlato a marzo alla Camera di Commercio e Industria della capitale magiara. Rivolgendosi agli imprenditori ungheresi, ha ammonito che Kiev come membro distruggerebbe l’economia europea. Ma Budapest farà di tutto per impedirlo, spiega. L’Ungheria dice “no” già adesso, perché oggi paga comunque le spese degli enormi aiuti materiali che Bruxelles concede all’Ucraina, finanziandone di fatto lo sforzo bellico (sempre di più, dato che gli USA si stanno defilando).
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