Metalli rari in cambio di armamenti, idea poco fattibile di Trump


Dell’accordo abbozzato sullo sfruttamento minerario in cambio di assistenza militare si sta parlando a Washington parallelamente alla bozza di proposta di pace. I due accordi paiono poco conciliabili dal punto di Zelensky. Soprattutto per motivi pratici, come evidenziano gli esperti.

L’approccio di Trump è estremamente pragmatico, perciò non si pone grossi problemi a mandare ancora un po’ di armi all’esercito ucraino pur avendo promesso la fine delle ostilità in tempi brevi. Ma deve ottenerne qualcosa in cambio a favore dell’America.

Quel qualcosa potrebbero essere i minerali e le terre rare presenti nei giacimenti ucraini. Zelensky sarebbe ben contento di concedergli tutto ciò, se a sua volta potesse ricavarne dei vantaggi nell’immediato. Purtroppo per lui, è proprio nel breve termine che si rivela impossibile un tale accordo. L’ostacolo maggiore è la posizione geografica di tali depositi di minerali di grande valore per l’industria.

Si trovano proprio lungo la linea del fronte oppure nelle zone stabilmente sotto controllo dei russi. Questi ultimi peraltro avanzano gradualmente e in questo modo “mangiano” sempre più territori nei quali stanno i minerali in questione. Dunque occorrerebbe che Mosca consentisse di lasciare che l’esercito ucraino torni in queste zone, ma è un’ipotesi irrealistica, almeno per il momento. Per leggere l’articolo completo cliccate su Strumenti Politici.