L’ex portavoce di Zelensky Iuliia Mendel ha pubblicato sul Time la scorsa settimana un articolo in cui fa un appello accorato alle autorità di Kiev. Chiede di fermare subito le ostilità. Non si tratta tanto di motivazioni politiche, quanto di un’istanza di sopravvivenza. Secondo lei, infatti, la nazione ucraina è sull’orlo della disintegrazione economica, sociale e poi anche statale.
La gente è stanca della guerra, almeno quella che è rimasta in patria. Infatti la stessa Mendel fa notare come milioni di concittadini siano emigrati, scappati, autoesiliati all’estero e senza alcuna intenzione di tornare. Chi non è potuto fuggire, oggi dice basta e prega di tornare alla normalità. Non importa più la “vittoria totale” che Zelensky ancora sogna. I territori passati alla Federazione Russa ci possono anche restare, l’importante è che le armi tacciano e si possa di nuovo vivere normalmente.
Forse però è troppo tardi, teme la Mendel, perché il Paese subisce “povertà crescente, fuga di cervelli e una democrazia erosa”. Occorre comunque rendersi conto di ciò che serve urgentemente. Per lei oggi non servono gli armamenti, ma “forza intellettuale, democrazia resiliente, economia stabile e coraggio per confrontarsi coi propri limiti”.
La Mendel conosce bene la situazione: è stata per molto tempo giornalista di media nazionali e nel triennio 2019-2021 è stata responsabile stampa dell’amministrazione presidenziale ucraina. Aveva persino collaborato a un articolo di denuncia del 2019 in cui con un giornalista americano facevano luce sugli affari sporchi di Biden padre&figlio a Kiev, con la società Burisma e le pressioni sui funzionari statali. Per leggere l’articolo completo cliccate su Strumenti Politici.
