In un’intervista al Financial Times, l’ormai ex segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha detto cose che fino a ieri gli era impossibile dire. Idee sul prosieguo del conflitto in Ucraina – e soprattutto sulla sua fine – oltre ad ammissioni sulle pessime condizioni degli eserciti dei Paesi europei. Il suo ruolo al vertice dell’Alleanza gli impediva naturalmente di essere così schietto, anzi cinico.
Ma stupisce la tempistica di questi discorsi. Appena qualche giorno dopo essere uscito di scena, vi è rientrato con queste affermazioni e con delle proposte che a Zelensky faranno accapponare la pelle. Eppure lo aveva abbracciato quest’estate, gli aveva promesso di non abbandonarlo mai, l’aveva rincuorato sulla fornitura senza fine di proiettili, missili e bombe… oggi candidamente alza le braccia e svela gli arsenali semivuoti e le truppe in stato di inerzia dei membri europei della NATO. Sì, si stanno dando da fare, alzano la spesa pubblica per la difesa, reclutano nuovi soldati, ma tutto ciò richiede l’elemento di cui il governo di Kiev scarseggia drammaticamente: il tempo.
E allora, dice Stoltenberg, pensiamo a come smembrare l’Ucraina, lasciarne un pezzo alla Russia per placarne gli appetiti e far entrare l’altra metà dentro la NATO. Chissà se prima a chiesto a Putin un parere su questa idea, ma non importa, perché ora al politico norvegese piace parlare della “soluzione tedesco-occidentale” che tanto successo ebbe nel XX secolo.
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