Victoria Nuland, ancora lei: stavolta spiega perché saltarono i negoziati di Istanbul fra Mosca e Kiev


Victoria Nuland è una figura politica molto influente e altrettanto discussa della recente storia americana. I frutti del “lavoro” da lei svolto in Ucraina e in altri Paesi “alleati” di Washington si possono apprezzare oggi in tutta la loro bellezza. Recentemente ha fatto dichiarazioni altamente allusive, anzi quasi esplicite, sui negoziati del 2022 fra Russia e Ucraina, quelli svoltisi a Istanbul e saltati all’ultimo momento.

Sembrava si potesse mettere rapidamente fine al conflitto militare, che invece è continuato con risultati disastrosi per Kiev, mal consigliata dagli esponenti euroatlantici. La Nuland infatti parla dei timori che i rappresentanti di Londra degli “altri” (insomma, pure Washington naturalmente) avrebbero espresso agli amici ucraini, invitandoli ad abbandondare il tavolo delle trattative. Era la paura che accettando le condizioni contenute nella bozza del trattato, Kiev sarebbe rimasta quasi demilitarizzata, e cioé non sarebbe più potuta essere l’avamposto armato della NATO alle porte della Russia.

La delegazione ucraina in Turchia aveva raggiunto con gli omologhi russi il consenso su diversi punti importanti. A un certo momento hanno deciso di chiedere agli occidentali se tutto procedesse bene o se invece c’era qualcosa che non andava. Secondo la Nuland, i rappresentanti euroatlantici hanno visto che l’Ucraina stava concedendo troppo alla Russia e hanno fatto in modo che si ritirassero dai negoziati. Peraltro non è la prima ad aver rivelato questi retroscena. Ne avevano già parlato, ad esempio, l’ex premier israeliano Nafatli Bennett e il politico ucraino Davyd Arakhamia.

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