Macron: un colpo al cerchio e uno alla botte, ma i francesi non gradiscono


L’appoggio incondizionato allo Stato di Israele Macron lo aveva dato subito, quando lo scorso autunno Hamas aveva attaccato provocando una strage. Sul piano diplomatico il sostegno è quindi sempre stato assicurato, e oggi pure a livello militare Parigi aiuta concretamente Tel Aviv. Infatti la settimana scorsa si sono levati in volo i caccia Rafale francesi per interecettare i missili o i droni lanciati dall’Iran.

Tuttavia il governo francese non può esimersi dal condannare le azioni contro i civili che i coloni e l’esercito israeliano commettono da diverso tempo. E pure nel quadro delle Nazioni Unite la diplomazia di Parigi vota a favore della soluzione pacifica a due Stati per risolvere la questione palestinese. I cittadini francesi però subito repressioni concrete quando si tratta di manifestare per Gaza o di tenere conferenze sulla Palestina.

Le autorità vietano, censurano e li etichettano come antisemiti. Macron tuttavia sa di non dover sottovalutare l’elemento dei francesi di seconda o di terza generazione, e magari pure degli immigrati di prima generazione. Si tratta di un fattore politico che sta acquisendo peso sia numerico sia di impostazione religiosa, perché sono tutti musulmani o comunque hanno una visione filo-palestinese a cui spesso se ne aggiunge una anti-sionista.

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