L’opinione pubblica ucraina è in ebollizione. Come se non bastassero le difficoltà di una controffensiva molto più debole delle aspettative, i cittadini sono infuriati per il modo in cui il governo utilizza i fondi statali. Da un lato l’Ucraina è in grave crisi economica – la gente emigrava in massa già da molto prima del conflitto – mentre Zelensky e i suoi ministri vanno in giro per il mondo elemosinando denaro e armi. Dall’altro lato, il Ministero della Cultura finanzia film e telefilm a suon di milioni di grivnie e il Parlamento approva un progetto museale dell’equivalente di 14 milioni di euro. Sui social è possibile leggere una serie infinita di critiche, di accuse e di insulti veri e propri contro le autorità di Kiev. Ora il ministro della Cultura Tkachenko è stato di fatto costretto a dimettersi (ed è già la seconda volta in cui abbandona il posto a seguito di feroci polemiche), dopo che Zelensky ha chiaramente detto che le spese per questi progetti non sono assolutamente prioritarie. Anche la direttrice del museo finanziato è stata presa di mira per la sua “non conformità” ai contenuti culturali del museo stesso. Il memoriale infatti è dedicato alle vittime della gravissima carestia dei primi anni del comunismo, mentre la direttrice è una donna obesa. Quest’ultima ha fatto causa contro gli “hater”.
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