Le crepe nel fronte politico interno dell’Ucraina e il consenso morente di Zelensky


La sanguinosa sconfitta subita a Bakhmut ha permesso alle voci degli ucraini contrari a Zelensky di farsi sentire. Erano voci che già circolavano da prima del conflitto, ma che sono state opportunamente silenziate dalla propaganda di guerra. Bisogna peraltro riconoscere a Zelensky la capacità di aver accentrato sulla sua persona l’attenzione internazionale e la “fede nella vittoria finale”.

Dopo una lunga guerra di attrito, le pesanti sconfitte e la controffensiva che tarda a iniziare, la società civile e i politici di opposizione alzano i toni. Oleg Soskin, consigliere presidenziale ai tempi di Kuchma, accusa apertamente l’ex attore comico di aver provocato la morte inutile di centinaia di migliaia di ucraini e definisce la controffensiva come una causa disperata. La deputata Ivanna Klympush-Tsintsadze, ex vicepremier di Poroshenko responsabile dell’integrazione euroatlantica, dice che oggi il potere a Kiev è eccessivamente centralizzato nelle mani di pochi. E secondo un’analisi pubblicata dal think tank americano Wilson Center, qualunque possa essere l’esito del promesso contrattacco, i cittadini pretenderanno da Zelensky non più vittorie, ma soluzioni alla catastrofica situazione economica del Paese.

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