In queste settimane sono piovute nuove critiche contro la Repubblica islamica dell’Iran, riprese da numerosi media italiani, circa il fatto che il governo iraniano abbia dato un presunto mandato di distruggere le fosse comuni dislocate […]
In queste settimane sono piovute nuove critiche contro la Repubblica islamica dell’Iran, riprese da numerosi media italiani, circa il fatto che il governo iraniano abbia dato un presunto mandato di distruggere le fosse comuni dislocate […]
Dall’odio non può nascere nulla di buono: certamente, neppure un governo. Ma il nuovo esecutivo italiano affonda le radici proprio dal rancore e dall’astio che sono letteralmente palpabili e sono indirizzati verso una forza politica e una persona in particolare. Lo si è percepito sin dalle prime di battute del dialogo tra Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico.
È davvero difficile capire cosa sia accaduto nella politica italiana lo scorso Ferragosto.
Con appena 383 voti a favore (l’elezione scattava a quota 374), Ursula Von der Leyen è diventata presidente della Commissione Europea. Con soltanto 9 voti di scarto, si comprende come il Parlamento europeo sia profondamento spaccato e incerto sul futuro dell’Unione. Abbiamo sentito il parere del capogruppo di Identità e Democrazia (ID), nonché responsabile Esteri della Lega, Marco Zanni.
Il giro di nomine conseguenti al rinnovo del Parlamento europeo ha dimostrato ancora una volta la supponenza e l’arroganza dell’establishment comunitario.
A poche ore dal voto abbiamo voluto sentire la voce di un candidato alla elezioni europee in forza ad uno dei partiti più bersagliati dal mainstream, l’eurodeputato leghista uscente Marco Zanni.
Pubblichiamo un articolo a firma Mattia Feltri, uscito oggi su La Stampa, che descrive perfettamente uno dei problemi italiani più sottovalutati in questi anni. Non avrei potuto scriverlo meglio.