Il giro di nomine conseguenti al rinnovo del Parlamento europeo ha dimostrato ancora una volta la supponenza e l’arroganza dell’establishment comunitario.
Il giro di nomine conseguenti al rinnovo del Parlamento europeo ha dimostrato ancora una volta la supponenza e l’arroganza dell’establishment comunitario.
Gli eventi di portata storica del 2016 (Brexit, Trump presidente, sconfitta referendaria di Renzi, vittoria di forze “populiste”) non riescono a venire metabolizzati da una classe politica che ha fallito nella sua totalità: diventa quindi necessario per essa addomesticare il malcontento col vecchio metodo del togliere voce a chi si ribella.